giovedì 19 marzo 2009

L'evoluzione del concetto di sanità

I concetti di salute e sanità, come li intendiamo oggi, sono una creazione abbastanza recente, frutto di un lungo percorso di conquiste politiche e sociali.
Solo nella seconda metà del 1800 si assiste alla nascita delle IPAB, Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza, che possono essere considerate il primo intervento da parte dello Stato in materia di assistenza sanitaria.
Tali istituzioni, generate dalle antiche opere pie, perseguivano fini assistenziali in generale, funzionavano per semplice riconoscimento d'esistenza da parte dello Stato e utilizzavano modelli organizzativi e ordinamenti particolari normalmente scollegati tra loro(1).
Il primo tentativo di organizzazione amministrativa della sanità a livello statale si ebbe con la legge 22 marzo 1865 n. 2224 che incardinava l'organizzazione sanitaria nel Ministero dell'Interno. Tale collocazione può apparire inadeguata ma è assolutamente coerentemente alla visione dell'epoca che considerava la salute come un problema di ordine pubblico, ovvero come la necessità di lotta alle malattie, ai fenomeni morbosi ed infettivi, pericolosi per 1'incolumità pubblica. Il Ministero dell’Interno esercitava le proprie funzioni in materia sanitaria attraverso la propria struttura gerarchica, quindi i Prefetti, i Sottoprefetti ed i Sindaci.
Il concetto di servizio sanitario pubblico erogato dallo Stato, anche se diverso da quello che conosciamo oggi, nasce grazie ad un Regio Decreto; il "Testo unico delle Leggi Sanitarie" del 1934. Prima di allora tutto era lasciato all'iniziativa privata e la malattia costituiva un dramma che riguardava il singolo individuo, con conseguenze molto diverse secondo il censo.
Con il Testo unico delle Leggi Sanitarie si stabilisce il principio, mai affermato in precedenza, che curare è un dovere dello Stato ed essere curato è un diritto del cittadino. L'amministrazione pubblica però si limitava ad occuparsi della tutela della salute del singolo non in quanto tale ma in situazioni particolari, in altre parole con riguardo ad alcune fattispecie riguardanti i bisognosi, gli indigenti o alla profilassi nell'ambito delle malattie infettive.
In quegli anni nascevano organismi sostanzialmente assicurativi che erogavano prestazioni sanitarie ma solo agli iscritti, le c.d. Mutue.
Si era in presenza di assicurazioni obbligatorie i cui contributi erano versati in parte dal datore di lavoro ed in parte dal lavoratore assicurando l'assistenza nei confronti dei soli lavoratori iscritti agli Enti assicuratori(2).
Il sistema degli Enti mutualistici manifestò presto forti limiti perchè i trattamenti sanitari garantiti erano diversi da ente ad ente e perchè si creavano rapporti molto complessi tra i vari Enti assicurativi e gli operatori professionali della sanità.


(1) G. PASERO, P.A. RAVAZZI, Per un sistema sanitario centrato sulla persona. La riforma Bindi e la sua applicazione nella regione Piemonte, 2006, Franco Angeli, pag. 53(2) Tra i principali Enti mutualistici, sottoposti alla vigilanza del Ministero del lavoro, si avevano l'Istituto nazionale per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro (Inail) istituito con r.d. 6 luglio 1933 n. 1033 e l'Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) istituito con r.d. 4 ottobre 1935 n. 1825.